In occasione del 25 Novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulla donna, la 3^A della scuola Secondaria ha animato il buongiorno e ha condotto i compagni alla riflessione sul tema.

Ecco le parole che gli stessi alunni della classe terza hanno letto. Davanti a loro, nella cappella di Istituto, tutti i compagni delle altre classi, che erano stati invitati a indossare un indumento rosso come segnale di vicinanza e di sensibilizzazione nei confronti del tema.

Siamo qui oggi perché nel dicembre del 1999 l’ONU ha istituito la Giornata internazionale contro la violenza sulla donna che cade ogni anno il 25 novembre. Una data non casuale. Fu in quel giorno nel 1960, infatti, che il dittatore Rafael Leonidas Trujillo della Repubblica Dominicana assassino le sorelle Mirabel, Patria, Minerva e Maria Teresa, passate alla storia come le farfalle, sempre pronte a lottare in difesa dei propri diritti. Le tre donne vennero torturate, strangolate e gettate in un burrone. Una tragedia che non passò inosservata e che oggi è diventata simbolo di un problema che colpisce tutto il mondo.

Vi abbiamo chiesto di indossare qualcosa di rosso, perchè da qualche anno il rosso è il colore simbolo di questa giornata. E più precisamente le scarpe rosse sono il vero simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. Scarpe che rappresentano tutte le donne costrette a subire maltrattamenti e abusi in ogni parte del mondo. Ma perchè proprio le scarpe rosse? Scarpe rosse a rappresentare le vittime della violenza, e le donne che non le potevano più indossare. Da allora le scarpe rosse sono un’icona della lotta alla violenza di ogni tipo. Questo proprio per il colore, il rosso, che a seconda delle culture assume un diverso significato. Da noi, e in generale in Occidente, il rosso è il colore dell’amore della passione, ma anche del potere e della forza necessari per denunciare e combattere le violenze.

Abbiamo deciso di fare dei cartelloni con scritte alcune frasi sulla violenza….

Si tratta di un fenomeno che non conosce barriere di classe sociale, nazionalità, livello d’istruzione. Il 31,5% delle donne ha subito nella propria vita una qualche forma di violenza fisica e sessuale e ogni 11 minuti una donna o una ragazza viene uccisa da un familiare. In Italia per aiutare le vittime di violenza esiste il codice rosso. Ma non basta. Per questo è necessario continuare a combattere e manifestare per muovere le coscienze di tutti noi e portare un cambiamento che sia profondo e definitivo.
Dobbiamo fare sentire la nostra voce, per tutte le donne del mondo.

Per Saman, uccisa dal padre perché non si è rifiutata di dire sì ad un matrimonio combinato
Per HIna Saleem, uccisa dal fratello e dal padre perché considerata troppo occidentale
Per Aisha, costretta a sposarsi a 12 anni con un uomo più grande di lei di 30 anni
Per Vanessa, uccisa dal fidanzato perché lo aveva lasciato
Per tutte le donne stuprate, picchiate, umiliate che non hanno il coraggio di denunciare per paura, per tutte quelle che hanno denunciato ma non sono state protette. Per tutte noi.

Abbiamo deciso di proporre questa iniziativa perché crediamo davvero nell’importanza della conoscenza. Vorremmo che questo diventasse un momento fisso nella nostra scuola, e speriamo che qualcuno di voi si prenderà l’impegno di portare avanti questa bellissima iniziativa.
Facciamo sentire la nostra voce, perché nel mondo nessuna donna abbia più paura.

Cara donna,
a volte ti capiterà di essere troppo donna,
troppo intelligente, troppo bella, troppo forte,
sempre troppo qualcosa.
Questo fa sentire un uomo meno uomo
e tu comincerai ad avvertire il bisogno di essere meno donna.
L’errore più grande che puoi fare
è togliere i gioielli dalla tua corona
perché un uomo la possa reggere con più facilità.
Quando ciò accade bisogna che tu capisca
che quello che ti serve non è una corona più piccola,
ma un uomo dalle mani più grandi.

(Micheal Reid)